Non esiste nessuna plausibile motivazione razionale che giustifichi il green pass o alcun obbligo vaccinale per il Covid.
Un obbligo (non una costrizione attraverso il ricatto) sarebbe in teoria ammissibile (non scontato: la maggioranza dei paesi europei non prevede obbligo vaccinale per nessuna patologia infettiva) se
- fossimo in presenza di una malattia ad altissima, indiscriminata mortalità o altissimo effetto invalidante;
- i vaccini esistenti garantissero immunità dalla malattia e arrestassero la sua trasmissione;
- lo Stato specificare in maniera inequivoca quando l'obbligo si ritiene assolto;
- lo Stato garantisse, in cambio dell'obbligo, la sicurezza dei vaccini e si impegnasse al risarcimento di ogni eventuale effetto avverso da essi procurato.
Nella situazione attuale non ricorre nessuna di queste condizioni.
Infatti i vaccini attuali
- non immunizzano né fermano i contagi;
- sono sempre meno efficaci ad ogni variante
- sono quasi del tutti inutili contro Omicron
- secondo studi scientifici seri e affidabili, la loro somministrazione ripetuta può non rafforzare ma indebolire il sistema immunitario contro le varianti e i nuovi virus.
Inoltre
- lo Stato nell'esigere l'obbligo o nel costringere i cittadini alla vaccinazione impedendo loro altrimenti di lavorare e di svolgere innumerevoli attività non chiarisce in alcun modo quando l'obbligo sarà soddisfatto, né a quali condizioni la costrizione sarà revocata;
- lo Stato non prende nessun impegno sulla sicurezza dei sieri né sul risarcimento in caso di effetti avversi, ma anzi al contrario pretende che il cittadino all'atto della vaccinazione firmi un consenso informato che solleva aziende farmaceutiche, medici e istituzioni pubbliche da ogni responsabilità.
Infine
- la costrizione alla vaccinazione attraverso la minaccia di sospendere un cittadino dal lavoro, impedendogli materialmente di guadagnarsi da vivere, viola patentemente l'articolo 32 della Costituzione, secondo comma, quando dice che una legge di obbligo sanitario "non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana".
Il green pass adottato dal governo italiano, nella sua grottesca e barocca complicazione (super, rafforzato... ) ed estensione smisurata unica tra le società occidentali, è una misura
-totalmente insensata dal punto di vista sanitario (come si è visto dalla valanga di milioni di contagi tra vaccinati scatenatasi dopo la sua adozione, del tutto indifferente alla sua pretesa finzione fi argine e garanzia);
- catastrofica dal punto di vista economico (perché non dà affatto sicurezza, ma accresce la paura dei consumatori e li incentiva a rinunciare a spendere, vaccinati o meno);
- mostruosa dal punto di vista giuridico e morale, perché aizza unicamente all'odio e alla discriminazione verso una minoranza che non ha nessuna responsabilità della diffusione dei contagi, per giunta in un contesto in cui non sussiste alcuna particolare emergenza per le strutture ospedaliere, ma ci troviamo di fronte alla normale situazione determinata dalle epidemie virali stagionali.
Nel momento in cui anche i paesi che hanno adottato forme di green pass comunque più blande di quelle italiane stanno allentando o abbandonando questo tipo di misure, riconoscendo che non servono a niente e creano solo danni economici e sociali (vedi i casi del Regno Unito e di Israele), e nessuno di essi ha imposto obblighi vaccinali generalizzati, nella consapevolezza che rincorrere l'immunità di gregge attraverso i richiami vaccinali è del tutto illusorio, ogni difesa ulteriore del lasciapassare come "passaporto per la libertà" è non solo una bugia patetica, ma una intollerabile, sanguinosa offesa alla dignità umana, alla Costituzione, alla convivenza civile.
Questa vergogna deve essere fermata da tutte le donne e gli uomini di buona volontà e i suoi responsabili devono essere sollevati dalle loro funzioni. Subito.
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cit Eugenio Capozzi

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