LA TERRIFICANTE UTOPIA DI ELON MUSK
di Marcello Veneziani
Sto leggendo un’opera terrificante di un pensatore assai alla moda, Michel Onfray, pensatore ateo e irregolare. Si chiama Anima (ed. Ponte alle grazie), è un librone di 500 pagine, che l’autore presenta come un’inchiesta filosofica, dalle origini al transumano. E si conclude proprio con Elon Musk. Onfray vede nel progetto transumano di Musk un ulteriore aspetto inquietante: Musk definisce l’anima come la traccia digitale lasciata da un essere umano e riducibile a dati scaricabili e trasferibili. Ossia l’anima è un po’ come una pen drive, una chiave usb che si può trasferire dall’encefalo di un essere umano a un altro. E’ questo sarebbe il succo del suo progetto di installare un microchip nella testa dell’essere umano fino a creargli un’altra identità. Il totem di questa scienza, la cavia, è una scimmia chiamata Pager; attorniata da maiali, di cui una femmina, Gertrude. Sembra di vedere un cartoon horror, che però non serve a divertire i bambini ma a cambiare la testa degli umani. E qui ci spostiamo da Neuralink a OpenAI, dove Musk studia come produrre intelligenze artificiali superiori alle intelligenze naturali; anche qui il progetto è andare oltre l’umano, in una specie perversa di superuomo nietzschiano. Il progetto prevede la connessione tra i nostri smartphone o simili, i nostri dati digitali, e la corteccia cerebrale, creando una vera e propria telepatia tra l’uomo e la macchina. C’è un nome a questo progetto: è Neural Lace, che dovrebbe essere una specie di bluetooth neuronale, in cui collegare il cervello ai pc, cioè all’intelligenza artificiale. Avremmo così un’espansione infinita di memoria e di dati a disposizione; ma spariscono la mente, l’anima, l’identità di un soggetto che si limita a essere solo un porto in cui approdano e salpano dati, una stazione postale di passaggio. L’intelligenza naturale, spiega Onfray, sarebbe sostituita dall’intelligenza artificiale, con gigantesche capacità cognitive ma non più riconducibili a un umano ma a un incessante flusso extraumano, metaumano, transumano, verso un nuovo biotopo. Chi ne disporrebbe delle chiavi? Il processo sembra svolgersi autonomamente dai soggetti, realizzando quell’autonomia sovrana della tecnica, paventata da Martin Heidegger, che si svincola dall’umano e lo piega al suo dominio.
In cambio di questa alienazione radicale, il progetto prevede una sopravvivenza post mortem, ricaricando il nostro “essere”, la nostra “anima”, il nostro “io” (ma in cosa consisterebbe così ridotto?) su un altro corpo, per esempio un robot. Musk avrebbe i mezzi tecno-economici per portare avanti la sua “follia”.
L’ateo Onfray si chiede: Chi potrà opporsi? E soprattutto in nome di che cosa ? Di quale morale, di quale etica, di quale super-Io, di quali divieti, valori o tabù, o noi diremmo di quale Dio ? La sua conclusione è amara e in fondo classica, pascaliana: chi vuol fare l’angelo, come Musk, è destinato a fare la bestia; o meglio il demonio. Solo un dio ci può salvare, ma Lui non c’è, dice l’ateo.
Lasciamo aperto il quesito, promettente e minaccioso. Tornando sulla terra, a Roma, dove Musk verrà a portare il suo Verbo, mi chiedo e vi chiedo: ma tutto questo non vi terrorizza? Affidare il futuro al sogno di un visionario o invasato, al suo delirio di onnipotenza che va oltre la politica, la religione, gli stati, la tradizione, la cultura e la storia, non vi spaventa? Dove finisce l’identità, la storia, l’anima di un uomo e di un popolo, temi cari a quel mondo che si dice conservatore ?
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