Le statuette di terracotta denominate Dogū risalgono al II millennio a.C., l’ultimo e tardo periodo Jōmon, la cultura madre del Giappone, le cui prime fasi sono comunque attestate ben prima del 10000 a.C.
Si ritiene che queste figurine di ridotte dimensioni siano state utilizzate durante pratiche sciamaniche. In genere richiamano il culto dea madre e della fertilità.
I Dogū erano ciondoli di piccole dimensioni, non più di trentacinque centimetri, che presentano tratti antropomorfi e sono mancanti sovente di mani e piedi, per cui si ritiene fossero indossate.
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