Re Artù-Arcturus, stella più luminosa della costellazione del Boote (il pastore), è il figlio di Uther Pendragon-Dragone e 'guardiano' (ἄρκτος (árktos) = orso ed οὖρος (ôuros) = guardiano) dell'Orsa Maggiore. Boote è vicina alla Grande Orsa e sembra rappresentare un mandriano che trascina i buoi legati all'aratro. Dicevano i Romani, infatti, che le sette stelle del Carro dell'Orsa rappresentavano sette buoi, ovvero septem triones, il settentrione.
Attraverso il mito viene rappresentata una situazione astronomica che indica una successione tra la costellazione del Dragone (Uther Pendragon, il padre) e quella del Boote (Artù, il figlio). Artù è il guardiano dell'Orsa e l'Orsa è la costellazione che capeggia il nord; se Artù è succeduto a Pendragon significa che l'Orsa è succeduta al Dragone. Naturalmente si fa riferimento ad epoche antichissime quando la costellazione del Dragone aveva una posizione - rispetto al nord - analoga a quella attuale di Boote.
Scrive Nicola Iannelli nel suo libro “SATOR: Epigrafe del Culto delle Sacre Origini di Roma“ a proposito del Rito di Fondazione di Roma: "Le regioni del cielo 'tracciate' da Romolo comprendevano il Grande Carro (l'Orsa Maggiore), il Bootes-Seminatore (seminatore in latino si dice Sator) e le costellazioni-generatrici, come gli antichi definivano le costellazioni circumpolari (le costellazioni “circumpolari” sono quelle sempre visibili alle nostre latitudini)".
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Raffaele Giordano
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